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Ente di Formazione Accreditato MIM ai sensi della direttiva 170/16

VISUALIZZAZIONE MEDITATIVA®
GUIDATA DA MARCO FERRINI
Introduzione al seminario del 28-29 novembre 2020


La logica vi porterà da A a B. L'immaginazione vi porterà dappertutto.

Albert Einstein

La produzione attiva di immagini è un prezioso strumento di auto guarigione e di creazione della realtà.
Occorre imparare a sostituire oziosità e infruttuose peregrinazioni mentali con la straordinaria arte di ideare immagini per immergervisi e viverle, tenendole in gran conto perché reali, parti effettive della realtà.
Si tratta di un’efficace forma di meditazione operosa che, poco nota e diffusa in Occidente, altrove nel mondo è pratica comune, in virtù della quale si crea una serie di immagini, attivando in tal modo la medesima disposizione che i neuroni verrebbero ad assumere, nel caso in cui quelle immagini accadessero anche a livello fisico, oltre che psichico.
Se si visualizza di arrampicarsi su un albero, è possibile sentire anche la flessione del ramo su ci si sta appoggiando, il timore che si spezzi e la persuasione che sia opportuno correggere la modalità di gravarlo del proprio peso.

Una tale meditazione dà vita a tutte le sinapsi relative alla medesima situazione realmente vissuta.
Da ciò discende che visualizzarla è sufficiente affinché quell’esperienza venga effettivamente realizzata, esperendone azioni, sensazioni, emozioni.
Soprattutto, si ha l’opportunità di introdurre, nella propria vita, le soluzioni immaginate nel corso della visualizzazione.
Nel tempo, l’esperienza si riflette anche a livello fisico, trovando applicazione nella vita reale.
Pertanto, attraverso la visualizzazione meditativa, si dispone di uno strumento di creazione della realtà.
Ho fatto personale esperienza del collegamento concreto tra esperienza visualizzata ed esperienza vissuta. Si tratta di un sapere realizzato, non appreso dai libri, la cui attuazione è alla portata di ciascun individuo, che solo lo voglia attivamente.

La mente è uno strumento straordinariamente potente, in grado di creare la realtà. Tuttavia, la sua potenza può essere tanto costruttiva, creatrice, quanto distruttiva, devastante, sterminatrice.
Ciascuno può trasformarla, attraverso la scienza dello Yoga, in uno strumento prezioso, attraverso le tecniche di cui abbiamo precedentemente trattato, che mirano a emanciparla dall’attaccamento per gli oggetti dei sensi, purificando bisogni e desideri, educandola poco alla volta allo scopo di realizzare la liberazione dell’anima incarnata dal buio dall’ignoranza, causata dalle pretese del falso ego.

Bisogna vivere le esperienze che ci occorrono e farsene educare. Attraverso la visualizzazione, è possibile, tuttavia, accedervi in maniera protetta, e non improvvisata, sospinti da false credenze, rischiando di esserne travolti e sopraffatti.
Affinché le nostre esperienze non siano laceranti, bensì autentiche, è necessario realizzare la propria corrispondenza interiore tra bisogni, desideri, pensieri e azioni, e la visualizzazione può sostenerci molto nel percorso di purificazione, decontaminazione, eliminazione del superfluo, ossia di timori, motivazioni malsane e bisogni artefatti.
Disponiamo della facoltà di predisporre l’attivazione della realtà immaginata, partendo dalla manifestazione di esperienze autentiche nella nostra psiche, attraverso cui prefiguriamo il risultato visibile, che rappresenti il modello cui ambire, da evocare e attivare alla bisogna.

Noi, lo ricordo, non siamo soltanto individui, ma anche collettività, mentre intessiamo con gli altri lo straordinario gioco della vita, pur non privo di difficoltà. Inseriamo, pertanto, gli altri nella visualizzazione, con le loro pretese e con le loro proteste, per ideare e realizzare forme adeguate per conquistare il “nemico”.
Che, in realtà, non è affatto un nemico, ma semplicemente una persona che ci dà l’opportunità di superare i nostri limiti, consentendoci di conoscerci sempre meglio, comprendendo la nostra natura umana e spirituale.
Solo attraverso la comprensione di sé si riduce il pericolo di tradire la propria natura e si ha l’opportunità di realizzarla, in accordo al dharma che tutto prevede e provvede, affinché ciascuno diventi la migliore versione di se stesso, avanzando in modo autentico, con distacco dalla materia, verso la liberazione.

Una meditazione

Si riporta, di seguito, una meditazione che favorisce straordinariamente il proprio orientamento nel Cosmo, sostiene il collegamento alla propria essenza e al Sé Supremo, purifica il campo coscienziale, predispone alla pratica della visualizzazione.
Offro il suggerimento di registrare la propria voce mentre la si legge lentamente, con una breve pausa tra un passo e l’altro, per concedersi il tempo di ripeterlo mentalmente.
Bisogna far risuonare forte, dentro di sé, ogni passo, senza attivazione delle corde vocali.

- Vivo in un corpo ma non sono il corpo
- Possiedo il corpo ma non sono il possesso
- Il corpo ha una vita limitata. Io sono eterno
- Eternamente sto di fronte alle mie responsabilità
- Accolgo frutti dolci e amari come conseguenze di ciò che ho seminato
- Sono un essere spirituale eterno
- Vivo nel corpo temporaneamente
- La consunzione del corpo non è la consunzione di me stesso
- Il disfarsi della forma corporea non corrisponde ad altrettanto sul piano spirituale
- Medito su questo, medito sull'Anima Suprema che dimora nel mio cuore
- Constato gli accadimenti che avvengono fuori di me con distacco emotivo
- Partecipo solo nella misura in cui sono responsabile per correggere la mia azione e renderla sempre più evolutiva, affinché questo viaggio che è la vita, per mezzo della conoscenza-sapienza, si concluda nell'Amore,
e termini l'eterno peregrinare di morte in nuova nascita e di nuova nascita in morte, che cessi il samsara.
- Ma questo samsara può cessare solo dopo che siano estinti tutti i debiti karmici, per cui non vivo ossessionato da quel che accade in questa vita.
- Quel che accade nel qui e ora è stato generato nel passato, seminato nel passato, attivato nel passato.
- Mi prendo la responsabilità di quel che ho seminato nel passato e cerco di risolverne le conseguenze nel qui e ora, affinché non si protragga nel futuro, non contamini e non condizioni la mia libertà.

Conclusioni

In conclusione, ho piacere di soffermarmi su alcune indicazioni pratiche di esecuzione della pratica di visualizzazione, nonché sul valore che deriva dalla raccolta di immagini che abbiano un esito costruttivo.
Poco alla volta, si impara a mettere le immagini sempre più a fuoco, senza imprecisioni, rendendo loro anche colore e profumo.
Questo consente di fare una pausa in ogni circostanza di tensione e di visualizzare la migliore soluzione, per poi trasformarla in azione.
Per i greci, la teoria era visione, ossia un'anticipazione della realtà, una sorta di profezia.
Un darshana.
Pur non ancora attivato al presente, possiamo catturare il divenire attraverso le visualizzazioni, che ci avvicinano alla natura di Dio.
Le forme saranno sempre più ricche, sempre più definite, sempre più strutturate, sempre più corrispondenti alla realtà e utili nel futuro.
Questa realtà, necessariamente, influenza anche gli altri.
Pertanto, è fondamentale astenersi dalla visualizzazione di immagini in cui si danneggi qualcuno, che equivale a un atto ostile, dal quale discendono conseguenze distruttive.
Le visualizzazioni devono essere condotte a beneficio di tutti, mosse dall’intenzione di operare per il bene di ciascuno.
Ogni individuo ha il diritto di stare bene e di cercare la soluzione migliore, che lo renda più soddisfatto, ma non a danno di altri.

Bisogna, poi, strutturare dei giardini della memoria dove archiviare le immagini, e conferire loro la dignità di un luogo di pellegrinaggio.
In questi luoghi ci si reca tutte le volte che se ne ha il bisogno.
Anziché lamentarsi, vanamente, si vada alla ricerca di queste visualizzazioni, che portano con sé cariche emotive formidabili, che possono contrastare tristezza, malinconia, scoraggiamento, depressione.
E’ auspicabile fondare molti di questi luoghi, a ciascuno dei quali è possibile dare una forma, adatta a simboleggiare il problema, magari annoso, risolto in quella meditazione.
Queste soluzioni arrivano, nel corso della vita.
Lo dico per esperienza personalmente vissuta, e per averlo testimoniato nella vita di altri.
Prima di addormentarsi, la sera, la pratica di scrivere ciò che resta nella memoria è uno straordinario supporto. E’ molto probabile lo si sogni.
E’ sufficiente scrivere poche righe per ogni memoria, per ogni visualizzazione, desiderando per loro una pienezza nella visione onirica.
Quando si prende distanza dal dittatore diurno, l'io storico, e si entra nella dimensione onirica, si ha la possibilità di vedere le situazioni angosciose da un altro punto di vista, in cui non esiste angoscia.

Al risveglio, con carta e penna a portata di mano, consiglio di rimanere a letto in quel primo istante in cui la coscienza comincia a riaffiorare, e  di scrivere le prime immagini che riaffiorano.
E’ auspicabile portare avanti questa pratica per almeno tre settimane, attuando una rivoluzione non violenta che sortisce effetti inaspettati, come evitare aggressività, maltrattamenti, catastrofi, o imparare a non lasciarsi irretire da una tristezza sempre più densa.

Noi siamo depositari di tutte le soluzioni e non esiste un solo problema che non abbia soluzione. Forse non tutti sono in grado di avere la soluzione a portata di mano, ma questi strumenti aiutano ad accedervi.
Vi incoraggio a riflettere sul fatto che il motivo per cui la vita è breve, e si dispone di poco tempo, dipenda dal fatto che se ne dilapida troppo commettendo errori, in quanto si agisce improvvisando, senza un piano.
Di conseguenza, si impiega il tempo restante a tentare, invano, di porvi rimedio.
E’ desiderabile non commettere errori, perché la vita è breve.
Trascorrere il tempo a nostra disposizione mettendo a frutto le opportunità evolutive, piuttosto che a correggersi, rappresenta un inestimabile vantaggio.
Tuttavia, in quanto esseri umani, siamo inclini all’errore.

A nostro beneficio, per limitare i guasti e conquistare le vette elevate della serenità e della consapevolezza, è auspicabile apprendere la prudenza, la lungimiranza, la visione ampia e profonda della Tradizione indovedica, allo scopo di compierne il minor numero possibile e, dati quelli commessi, cogliere l’opportunità di fare esperienza della divina arte di correggersi.

Tratto dal libro "Emozioni" di Marco Ferrini

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