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Teoria e prassi per una vita di successo - Gran finale

 

Il poeta tedesco Friedrich Hölderlin scrive: “dov’è il pericolo, cresce anche il salvifico”. Quel che accade non ha valore di per sé, ma in relazione alla risposta che diamo agli eventi. Si può vivere la crisi come opportunità evolutiva, per migliorare attitudini e comportamenti, e realizzarsi spiritualmente. Una risposta virtuosa alle attuali circostanze è il contributo più prezioso che possiamo offrire alla contemporaneità.

Il futuro lo plasmiamo con le nostre scelte, perché non è altro che il manifestarsi delle dinamiche messe in moto nel presente. Così come il presente è la conseguenza di quel che abbiamo attivato nel passato. Siamo la nostra storia e arricchendoci di esperienze luminose porteremo luce in noi e intorno a noi. Scegliere l’Amore come pratica di vita rafforza il sistema immunitario (tanto fisico quanto psicologico) più di qualunque altra cosa. L’Amore, tuttavia, quando non è accompagnato dalle virtù, si trasforma in passione, definita nella Bhagavad-gītā come il nemico mortale del mondo intero. 

Ritornare all’Amore, ritrovare l’Amore: questa è una sfida per cui vale la pena vivere e morire. Riplasmare la mente e le abitudini, ripristinare l’idealità originaria del nostro carattere, è un impegno che ci accompagna per tutta la vita, disseminandola di esperienze di gioia estatica che si susseguono passo dopo passo. La pratica delle virtù modella la nostra personalità come farebbe il migliore degli scultori, lasciando che lo splendore dell’anima s’irradi con crescente intensità. Forti della nostra coerenza, e stabili nella nostra serena soddisfazione, saremo allora in grado di agire nel mondo senza cadere nell’errore di crederci parte di esso. Nessuna fuga, quindi, ma piuttosto il ripristino dell’equilibrio tra cielo e terra, tra materia e Spirito, che convergono per indicarci la via verso la felicità.

Dobbiamo essere pazienti e non pretendere di ottenere immediatamente il risultato auspicato, perché -come canta il divino poeta- non sempre la materia (anche quella psichica) si presta facilmente a essere plasmata secondo l’intenzione dell’artista. Di fatto, la potenzialità di trasformarsi e diventare la migliore versione di se stessi è eternamente presente in tutti gli esseri viventi, e non aspetta altro che manifestarsi. Il processo è scientifico e infallibile, ed è fondato sulla bonifica dei nostri contenuti psichici, soprattutto inconsci. Nutrendoci di desideri, parole e azioni virtuose, permettiamo alla nostra personalità di strutturarsi in maniera armonica e vigorosa. Evitando esperienze insignificanti o dannose, ci preserviamo dalla confusione interiore, dallo smarrimento e dalla sofferenza.

Le virtù non sono meri concetti ma forze strutturanti che sostengono l’universo intero e ogni singolo individuo. Non le si può comprendere e propagare su un piano esclusivamente teorico. Bisogna viverle praticandole e insegnandole agli altri attraverso l’esempio. Il primo frutto di tale pratica è il graduale sviluppo di un profondo e duraturo benessere, che non dipende da ciò che è esterno a noi. Dal nostro buon comportamento trarranno poi immenso vantaggio le persone che lo potranno testimoniare e assimilare come modello affidabile. Diventeremo espressione di queste forze strutturanti e, attraverso di noi, la loro influenza si eserciterà su chi ci incontra e su ciò che ci circonda: un’influenza persuasiva e mai aggressiva, che attrae e non spintona. Solo così possiamo veramente prenderci cura degli altri e del mondo: innescando nelle persone processi evolutivi (di cui spesso non sono neanche consapevoli), e diventando equanimi e benefici per tutti. Anche, e soprattutto, per i malfattori, sempre che non si barrichino contro la nostra offerta e contro se stessi. 

La rivoluzione che ci aspetta parte dalla nostra interiorità. Qualunque altra scelta finirebbe per invischiarci ancora di più nelle dinamiche distruttive in corso, impedendoci di apportare il minimo contributo a un’autentica e duratura soluzione. I nostri errori, individuali e collettivi, ci hanno condotto in queste circostanze e correggendoci potremo invertire la rotta della nostra vita, aiutando quante più persone a riprendere in mano le redini della loro. Dobbiamo tornare a essere padroni dei nostri desideri, delle nostre emozioni, dei nostri pensieri, liberandoci da dipendenze affettive e cognitive. Attraverso questo processo di riconquista della sovranità interiore, matureremo una crescente fiducia nelle nostre potenzialità divine, fino all’esperienza pacificante della fede (in sanscrito śraddhā).

Il mio è un invito alla responsabilità individuale. Ogni atto che compiamo -sul piano psichico come su quello fisico; dal desiderio, all’azione nel mondo- influenza la nostra personalità. Lealtà, senso del dovere, onestà, compassione, veridicità, trasformano il nostro carattere rendendolo stabilmente luminoso. Irresponsabilità, faziosità, odio, neghittosità, lo distorcono e contaminano, condannandoci alla sofferenza. Non vi è possibilità di sfuggire alle conseguenze delle proprie malefatte, a prescindere da qualsiasi stratagemma volto ad aggirare le leggi degli uomini. Tutte le esperienze si strutturano in noi in forma di tracce psichiche (saṁskāra) che interferiscono con la nostra volontà. Queste cariche psichiche si accumulano nell’inconscio e da lì condizionano la nostra vita, connotandosi come schiavizzanti dipendenze o tendenze virtuose in rapporto alla qualità delle esperienze che le hanno prodotte. Dimorando in una regione -quella inconscia- che raramente è presa in considerazione, i saṁskāra agiscono invisibili e incontrastati, imponendosi falsamente come l’essenza stessa della personalità, che è invece di natura spirituale. 

La tradizione dello Yoga ci esorta a meditare su ciò che è sommamente benefico. Īśvara-praṇidhāna significa affidarsi a Dio, renderlo parte della nostra vita, offrire a lui i nostri sforzi, meditare sulle qualità spirituali di cui è sorgente imperitura. Stabilire un contatto col Divino significa beneficare delle energie più costruttive; significa ripristinare l’ordine più alto in noi e intorno a noi. Attraverso la meditazione sui nomi e sulle forme del Divino, è possibile trasformare rapidamente condizionamenti virulenti, recuperando così quote di libertà e vitalità interiori da tempo dimenticate. Anche oggi lo Yoga è una via sicura di salvezza, dalla confusione, dalle menzogne, dalla sopraffazione, dalla sottrazione di diritti che siamo chiamati a testimoniare. Anche in questo inverno della storia, possiamo creare in noi una calda, piena primavera, cominciando a produrre nella coscienza quel che desideriamo si manifesti nel mondo. 

 

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